domenica 10 aprile 2011

mercoledì 20 agosto 2008

Non facciamoci grandi illusioni! MBX è sempre BMX


Certo è che se anche la Repubblica ci si mette a sbagliare i nomi siamo a posto! Appena è arrivata la notizia che a Pechino il nostro De Vecchi portacolori del "ciclismo acrobatico" ha conquistato la semifinale ed ecco che la Repubblica.it scrive MBX al posto di BMX.
Sicuramente anni luce prima che riusciremo a colmare il gap con il nostro caro calcio...nostro malgrado!!

domenica 30 marzo 2008

L’ultimo grande Tour di Rollerbade … 2001

Alla fine del 1998 la peggiore notizia furono i dati di vendita. Il mercato dei pattini ebbe una flessione del 50% in 2 stagioni e, parallelamente, lo skateboard ricominciava a farsi vedere nei negozi. Ci vorrebbero spazio tempo e voglia per spiegare l’andamento delle vendite italiane tra pattini e skateboard.

La spiegazione più semplice è che il pattinaggio si sviluppa quando non c’è più skateboard e viceversa..peccato che intervengano altri fattori come “altri attrezzi” (vedi i Monopattini) con mode molto + veloci, lo spostamento dell’attenzione verso altri tipi di sport (ormai continuare a parlare di sport “diversi” fa tenerezza!). L’Italia è sempre stata una nazione da “imitazione” in queste cose; tragico destino per un paese che ha inventato tutto: dall’arte all’architettura, dal diritto al rinascimento… a volte penso che noi siamo figli bastardi di poveri avventurieri stranieri, altro che figli dell’Impero Romano.


Tornerei al 2001 se non vi dispiace, visto che la digressione è veramente stata troppa. Tutto è cominciato secondo me con questo weekend a Rimini e con questa foto di Federico Ermolli. Una gran bella foto che mi ha fatto capire che anche se le nubi della recessione causa poche vendite avrebbero prodotto grandi tagli c’era sempre delle persone nuove in grado di trasmettere passione e voglia di pattinare, c’era la possibilità di concentrare la propria passione verso altri aspetti (le foto) e che in un gruppo unito non si è mai soli da disperarsi in un angolo! Pinolo, Paperelle, Ettore, Oscar Turci, Alessandro Galavotti, Elia Peveri…solo alcuni che si erano uniti a questa avventura dall’esperienza del tour e avevano creato un giusto ricambio generazionale con gli altri ragazzi.

E' stato l'anno in cui in rampa c'erano degli atleti con le palle! Michelangelo Gatto era sicuramente il più stiloso, Francesco Sili era già quello che sarebbe diventato... il No rotation Team aveva iniziato a essere quello che sarebbe sempre rimasto...

Da quella foto di Marzo 2000 al 2004 sono passati 4 anni di nuove imperdibili esperienze, gag, foto e…tanta voglia di pattinare!

Nel 2001 poi, a mio avviso inspiegabilmente, un agenzia riesce a chiudere un ottimo pacchetto con sponsors per l’organizzazione di un tour di 10 tappe in tutta Italia. E’ il passaggio decisivo per iniziare a spingersi oltre, costruire direttamente dalle basi dell’associazione sportiva Frontside un organizzazione diretta degli eventi, della gestione, etc.

Ci sono anche qui dei flash delle foto indimenticabili! La tappa di Bologna raccontata dalle tante foto (delle feste soprattutto), quella di Milano con il cappero con la bistecca in bocca, le demo di Roma. Ci sono ricordi che non sono stati fotografati ma che sono impressi nella memoria, a Catania con una piramide di legni a sorreggere la rampa, il carico pericolante del furgone a casa di Alessandra Nanni e il pericolo discesa (ricordo ancora la frase di Degiu: “è meglio che scendo io perché tu devi dirigere il tour e non puoi mancare ;-) ) .

E' stato l'anno anche degli Slalomisti.. un team di 10/15 persone che come Sherpa istruiti ad hoc aiutavano i ragazzi della rampa a issare i loro record di Air, persone prestate al pattinaggio che avevano già capito che il tutto non era girare ma anche divertirsi nell'organizzare: largo quindi a Jennifer Moschello, Gianni Pulino, Max Orsoni, Daniele Lenzi, Alberto Basso, Elena Pescarini e Minelli, Sabrina Ravizzani...

A qualcuno tutto questo non dirà molto, ad altri, come sempre darà fastidio… ma a me queste piccole cose hanno significato molto di più dell’arte di pattinare in sé, si forse in effetti il pattinaggio è poca cosa senza le persone con cui hai condiviso tutto! A sinistra Washington... il cane di Rugge!

Il Rollerblade Circus 1998


Se il 1997 era stato una esperienza indimenticabile il 1998 è stata quella più lunga, completa e irripetibile.
58 giorni in giro per l’Italia, per la prima volta un vert che veniva montato in 10 piazze diverse, poi un’area street, un tappeto elastico (Moonwalker) e un carrozzone di 12 ragazzi a tappa.
Un mazzo tanto aggravato dalla perdita di mio padre all’inizio del tour. Mi ricordo ancora la prima, tristissima tappa di Verona, un momento difficile dove mancavano coordinate e lucidità per celebrare tutto quello che era stato creato nei mesi precedenti…ma il Rollerblade Circus (così si chiamava…che tristezza) must go on!
Cosa ricordare di quei 2 mesi di lavoro: a Roma dopo l’ennesimo scazzo con Tato vedere che la rampa non riusciva ad essere montata (alla fine ci vollero 6 ore), la Barbara Pizzoni che tombola per terra a Lignano (con un gran panico di tutti) ed io costretto a proseguire e a speaker are (The show must go on … bis), Un’abbuffata della Madonna in ogni punto ci fermavamo (mi ricordo le bestemmie a Napoli per la partita persa con i rigori con la Francia ai Mondiali) il baratto delle Sprite etc.

E’ l’anno che mi ha permesso di CEMENTARE amicizie e amori! L’anno che spolperebbe chiunque ha voglia di filosofeggiare sul pattinaggio… l’anno perfetto per fare un tour, dal 1999 infatti i pattini hanno iniziato una lunga crisi di vendite (tutti, Rollerblade inclusa) fino al 2004.

Di quell’anno rimangono anche grandi flash di persone che vedo poco o purtroppo scomparse.

Penso a Tinu Kunz che nella tappa di Jesolo portò il suo solito bagaglio di stile tanto sulla rampa, penso a Beni Huber e Tobias Bucher, due atleti che hanno dato adrenalina a tutti i ragazzi che si avvicinavano al pattinaggio aggressive. Gran bei momenti dove le foto rimarranno impresse per sempre!

Per tutti quelli che hanno visssuto quell'esperienza non è stato molto facile poter gestire il tutto, anche a livello personale tra di noi. Oltre al già citato Tato mi ricordo dei 5 Kili persi da Ruggero, lo sclero della Lella a prenotare tutto e le amicizie ritrovare solo a fine tour. Non ho rancori!

mercoledì 19 marzo 2008

I grandi Tour e gli eventi Promozionali del 1997!!


Sapevo che a forza di scrivere bisognava iniziare a parlare dei GRANDI momenti in cui si è fatto qualcosa. Sicuramente i puristi delle discipline qui storpieranno il naso ma non c’è nulla di più completo che una esperienza sportiva per un tour. Ti porta in un’altra dimensione, ti trovi in un momento diverso rispetto al “tran tran” quotidiano. Ecco penso che nessuna esperienza sia così completa! Ma solo chi c’è passato in mezzo può sapere di ciò che dico. Si lo so, il muretto è troppo muretto, il cooping è troppo cooping ma….mentre critichi sei a casa a pattinare mentre un tour è dimostrare a tutti che il TUO pattinaggio esiste! Praticamente è la differenza che c’è tra una buona pipa e tante belle… A voi la scelta dove stare Misogini!
I montaggi e smontaggio notturni o all’alba, i 300 km da affrontare dopo un evento che ti ha usurato, i soliti casini di persone che non capiscono nulla di quello che fai.. ecco, non esiste problema che ti blocchi rispetto alla libertà di vivere in una comunità di pattinaggio per un weekend o meglio ancora per un Tour.
Il primo e indimenticabile è quello del 1997. Il volantino (che quando lo vedo rido ancora) è questo…con un giusto tributo a Lucio Scarabino! Un atleta molto particolare, con grandi sbalzi d’umore ma…super sincero! Il primo tour si è concretizzato in 12 tappe da compiere in 12 giorni diversi, consecutivi e…a 250 km di distanza uno dall’altro!
Oltre a Lucio, presenti Lorenzo Dotson Smith, Elena Pescarini, Daniele Lenzi, Elena Minelli, Massimo Orsoni, Alessandro Brighetti, Matteo Montanari, Ruggero Minotti (il back flip pale in the ass è storia ormai)…e altri.
Ricordi? Beh, ovviamente ho conosciuto e mi sono appartato per la prima volta con Elena (;-)), poi la prima tappa, con Bresolin che si è fatto da Napoli a Trieste e alla mattina alle 9.00 tutta l’area street pronta per le prime esibizioni., Matteo Montanari e i suoi scazzi da 16enne, la faccia di Lucio e Lorenzo a Pescara a metà tour (ogni sera si smontava, si partiva per un'altra piazza e si rimontava…un lavoraccio). Samo Bajec (che a quel tempo era appena entrato nel team) a cui i media continuavano di chiedere Bio o salti mortali in continuazione (rischiando di finire accartocciato dalla stanchezza). L’ultima tappa del 1997 è stata disputata a Bari. Penso che parecchi di noi abbiano dormito più di 2 giorni dopo l’evento!
Un tour che ha creato una solida base, che mi ha fatto capire come si fanno i conti, come ci si scazza con le persone ma soprattutto come si torna ad avere rispetto gli uni degli altri dopo le discussioni. Grazie boys….